Io scrivo romanzi. Questo si sa (credo).
Quello che forse non si sa è che io scrivo anche racconti, sceneggiature e fiabe, oltre alla lista della spesa e le to-do-list che rimangono perennemente integre.
Queste cose non le scrivo con costanza (tranne la lista della spesa, quella sì): le scrivo a latere della mia attività principale.
Le scrivo quando una intuizione improvvisa mi paralizza lì dove mi trovo e mi costringe a mettere giù qualche frase. Oppure quando voglio staccare dalla scrittura di un capitolo particolarmente ostico, da un dialogo che mi suona finto, da una voce narrante poco convincente.
Le scrivo insomma negli spazi bianchi tra una vignetta e l’altra.

Ho un bauletto pieno di questi scritti. Quaderni con appunti per storie da sviluppare, raccolte di frasi che mi rimbalzano addosso quando sono sui mezzi pubblici, pagine con scheletri di trame che attendo soltanto di uscire fuori dall’armadio per essere spolverati.
Un bauletto pieno.

Ora succede che due di queste cose che ho scritto qualche anno fa hanno deciso di venire allo scoperto tirate fuori dal suddetto bauletto da mani sapienti, che non sono le mie.
Appartengono a due donne che hanno in comune l’amore per le immagini.
Sono due illustratrici che hanno deciso che le mie cose erano sufficientemente buone da essere rappresentate con delle illustrazioni, così da farne un prodotto completo: delle fiabe illustrate per bambini.
Così, analizzando le scene, ispirate dalle storie del racconto, hanno dato un volto e una ambientazione a immagini che erano soltanto nella mia testa e nel mio cuore.
Sono due storie molto diverse, così come è diversa l’arte delle due illustratrici.
Tuttavia, i due progetti hanno una cosa in comune: parlano al cuore delle bambine quali future donne del domani, per portare loro conforto, consapevolezza e saggezza.

Sono passati ormai un paio d’anni da quando le ho scritte, e molte cose sono cambiate. Tuttavia, loro sono ancora lì.
Ogni volta che una delle due splendide donne con cui ho condiviso questi progetti mi inviava una illustrazione, mi commuovevo.
Come posso descrivere l’emozione che si può provare quando qualcosa che è solo dentro di te diventa palpabile, reale? è una emozione che ogni genitore conosce.
Tutte le volte quelle immagini mi hanno ricordato la me stessa bambina, e tutto ciò che “diventare donna” è significato per me.
Tutte le volte.

Ora, questi due progetti, nati e cresciuti separatamente, per la prima volta si incontrano.
Entrambi stanno infatti sgambettando verso la Bologna Children’s Book Fair, in cerca di un editore.
Hanno il vestitino della festa, nastri nelle trecce e guardano il mondo con il naso all’insù.
Le bambine delle storie andranno per il mondo, condotte mano nella mano da Michela Burzo e Simona Calavetta, le due illustratrici.
Spero che trovino qualcuno che sappia apprezzarle e riconoscere quanta amicizia e affetto potrebbero dare alle bambine che le leggeranno.

Glielo auguro con tutto il cuore.

Qui sotto le sinossi delle due fiabe e due gallerie di immagini delle illustrazioni.

Le Moire – Sorelle del Destino

Si può sfuggire al proprio destino?
E cosa accade quando le Dee del Destino cercano di fuggire al proprio?
È ciò che ipotizza “Le Moire, Sorelle del Destino”, rielaborazione del mito di Cloto, Lachesi e Atropo. Nelle leggende greche, le tre dee sono rappresentate come donne vecchissime, che tessono e tagliano i fili della vita. In questo racconto, invece, sono ancora dee bambine. Dopo una gita nel XX secolo, decidono di diventare rispettivamente una cantante, una modella e una parrucchiera, con conseguenze disastrose per il mondo. Chi le convincerà a realizzare la loro missione nell’universo?
Alla base di quest’opera c’è il percorso della riscoperta del Sé, presentato in forma di fiaba. È un messaggio per le giovani donne, affinché trovino in loro stesse la fiducia nelle proprie capacità e nella propria unicità.

Qui sotto una galleria di immagini delle illustrazioni

© simona calavetta
Watercolour

Io so(g)no Scintilla

La scintilla che riaccende la speranza è dentro o fuori di noi?
È quello che scoprirà la piccola protagonista di “Io so(g)no una Scintilla”, il racconto di un percorso compiuto per ritrovare la serenità dopo la perdita della mamma.Con la sola compagnia di un padre assente ed egli stesso troppo addolorato per la perdita subìta, e di una nonna che non sa come far breccia nel cuore della nipote, la bambina farà un incontro inaspettato: evocata dalle fiabe della nonna, giungerà a lei Scintilla.Un po’ fata, un po’ spirito del focolare, poco a poco Scintilla riporterà la luce nella vita della bambina, contrapponendo alla tristezza della perdita la consapevolezza dei cicli della vita e la certezza che l’amore non muore mai.

Perché Scintilla è l’anima incandescente di un fuoco che non si spegne, metafora di un legame sempre vivo nel proprio cuore.

© michela burzo
Mixed media on paper

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